9 aprile 2020
La lettera della nostra Presidente

“Le cooperative costruiscono un mondo migliore”, è lo slogan che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha scelto per celebrare, nel 2012, l’Anno Internazionale della Cooperazione, riconoscendo come la cooperazione in tante parti del mondo rappresenti un modello di emancipazione sociale ed economica.

Quanto è vero questo slogan!

Mai come ora vedo un po’ di “mondo migliore” costruito ogni giorno dal nostro lavoro e dal nostro impegno.
E’ il nostro stile: impegnati e preoccupati nella realizzazione della mission della nostra cooperativa, diamo risposte, soddisfiamo bisogni, garantiamo diritti. Per le persone di cui ci occupiamo e per tutti i soci. Ma anche le cooperative, anche la Nostra Cooperativa, al pari degli altri sistemi, stanno toccando con mano quanto sia difficile condurre un’impresa in momenti così incerti: le misure per evitare la diffusione del contagio da covid-19 hanno reso necessaria la chiusura di numerosi servizi, soprattutto a carattere diurno, determinando un grave danno per i lavoratori e per le famiglie: i primi perdendo improvvisamente il loro quotidiano impegno lavorativo, gli altri non potendo fruire di servizi essenziali.

Lo sforzo che l’epidemia ci impone per essere sconfitta è immane, per tutti. E se questo sforzo non dovesse essere riconosciuto dalle istituzioni con e per cui lavoriamo il danno sarebbe enorme. I nostri servizi si definiscono di interesse generale, contribuiscono a garantire ai cittadini sostegni reali e concreti, e proprio per questo il nostro settore deve essere tutelato in modo attento ed efficace, prevedendo l’utilizzo di quelle risorse già appostate a bilancio dai singoli Enti, anche se la grave situazione di emergenza legata al Coronavirus ha imposto la chiusura dei servizi per cui erano finalizzate.

L’interruzione dei servizi diurni scolastici e domiciliari deriva da cause di forza maggiore e le sue conseguenze non possono dunque ricadere sul gestore e i suoi lavoratori. La cooperazione sociale ha per legge una valenza di funzione pubblica ma i lavoratori che impegna in strutture e servizi non hanno oggi le stesse certezze di cui giustamente godono categorie che svolgono funzioni equiparabili. E’ su questo fronte che oggi ci stiamo spendendo: per vedere riconosciuti i diritti dei nostri soci – perché il F.I.S. e ogni altro ammortizzatore sociale non possono essere considerati l’unica soluzione – e per il diritto alla “nostra stessa esistenza” come impresa che realizza servizi attraverso investimenti importanti e onerosi.

Ma noi del Margine, pur in un contesto così precario, tra le tante difficoltà da affrontare al pari degli altri operatori economici, sappiamo dare vita a mondi migliori, ad opportunità. La più grande è quella di essere una forza sociale ed economica che ha un’anima, ha un carattere distintivo, che mette l’accento sulla centralità della persona, sulla mutualità e la solidarietà. Altri sistemi sono alla ricerca di valori, noi li abbiamo e li mettiamo in pratica ogni giorno. Da sempre. Proprio in questo momento mi appare chiarissimo come il coinvolgimento delle persone, in altri contesti visto come una zavorra, stia facendo la differenza, stia contribuendo ad alimentare la resilienza del modello cooperativo e la propria funzione sociale.

Pur con le strutture chiuse, pur senza poter incontrare i propri piccoli o grandi frequentatori, da casa e volontariamente, molti operatori hanno attivato creatività e modalità a distanza per rimanere in contatto con i propri utenti. L’attenzione, la vicinanza, la condivisione che lega gli operatori ad anziani, disabili, bambini, adolescenti è più forte del Coronavirus. Non si smette di essere cooperatori, anche se sospesi dal lavoro. Non si può e non si vuole rinnegare la propria spinta emozionale e motivazionale.

L’emergenza ha pesantemente stravolto la nostra vita, ma ha anche fatto affiorare una capacità di affrontare insieme le avversità, grazie alla tecnologia da un lato, ma soprattutto grazie alla volontà e alla ferrea determinazione di non abdicare, ognuno, alle proprie responsabilità. Una società giusta è tale se non si abbandona al disfattismo, se non smette di reagire ai cambiamenti e, soprattutto, se non lascia indietro nessuno.

E a questo proposito voglio ringraziare soprattutto i colleghi che, anche a rischio di contagio, tutti i giorni garantiscono la loro presenza alle fasce più vulnerabili della popolazione.

Persone che continuano a stare accanto agli ultimi, ai più fragili, ai più indifesi, superando i comprensibili timori che attanagliano chi non può scegliere di “restare a casa”. Voi state facendo tutta la differenza del mondo! Siate orgogliosi del vostro operato quanto lo sono io!

Nicoletta Fratta

21 marzo 2020
La lettera della nostra Presidente

Cari soci, cari dipendenti,
la situazione che stiamo vivendo in questi convulsi giorni non è delle più semplici e proprio per questo richiede una certa dose di buona volontà da parte di tutti, nessuno escluso.

Stiamo attraversando un momento estremamente delicato, una crisi che mette in discussione molte delle nostre certezze e delle cose che abbiamo dato per scontate. E’ forse la prima volta che affrontiamo la necessità di gestire una situazione di emergenza, di contrastare difficoltà non previste in presenza di una minaccia così pervasiva e non calcolabile nella sua durata. Affrontiamo la paura e l’insicurezza partendo da una esperienza di vita che ci ha abituati, soprattutto noi occidentali, alle certezze e alle sicurezze. È una responsabilità che ci investe nei diversi ruoli e contesti nei quali siamo chiamati ad agire: nella quotidianità, nelle responsabilità sociali, politiche ed economiche.

Tutto questo ci porta inevitabilmente a modificare le nostre abitudini, a restringere i nostri spazi ma non la nostra capacità di continuare ad essere responsabili e consapevoli.

Serve, da parte di tutti, la più completa disponibilità a voler collaborare nel migliore dei modi per evitare che questo problema diventi troppo grande da gestire.

La situazione che si è venuta a creare avrà sicuramente degli esiti negativi sul lavoro, non solo sul piano tecnico organizzativo, ma soprattutto su quello economico e finanziario.

Stiamo infatti dialogando con tutte le istituzioni, locali, regionali, nazionali, cercando di far passare il messaggio che l’emergenza che stiamo vivendo si sta traducendo in una grave lacerazione economica e sociale.

Collaboriamo direttamente con gli organismi di rappresentanza delle cooperative per costruire interlocuzioni con gli Enti Pubblici committenti, in modo che – secondo equità – vengano pagati i servizi sospesi, così che il danno economico, che non può ricadere sul singolo, non ricada nemmeno su Enti del Privato Sociale, che – lo ricordiamo – non fanno profitto e che, con i costi del lavoro, non possono sostenere le perdite ingenti che si profilano.

Voglio però esprimere soddisfazione e gratitudine per l’alto livello di corresponsabilità mostrato da voi tutti: è così che costruiamo   senso anche in questo momento difficile, assumendo   un atteggiamento di equilibrio per garantire tutti gli interessi in gioco: il lavoro, le persone fragili, la salute pubblica.

Questa fatica non sarà inutile se affrontata insieme. Ognuno per il suo ruolo, ognuno per le sue responsabilità ma tutti con la stessa passione e disponibilità.

In questi giorni in cui la parola contagio fa tanta paura lasciamoci invece contagiare dalla forza della mutualità. Restiamo cooperativa perché andràtuttobene ma insieme andrà meglio.

Nicoletta Fratta

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