INNOVAZIONE E SALUTE MENTALE
AL MARGINE PARTE LA SPERIMENTAZIONE DEL METODO IPS

Parte proprio in questi giorni il progetto Individual Placement & Support: Metodo per il Supporto all’Impiego delle Persone con Disturbi Mentali, promosso dalla nostra cooperativa in stretta collaborazione con il consorzio SELF e il Dipartimento Interaziendale di Salute Mentale dell’ASL TO3, grazie al contributo della Regione Piemonte

 

La pratica IPS (Individual Placement and Support) è un modello di intervento per l’inserimento lavorativo delle persone affette da disturbi mentali, che ha l’obiettivo di sostenerle durante l’intero percorso in modo che possano ottenere un impiego competitivo nel libero mercato.

Centrale è il ruolo del Job Coach, la figura professionale del Centro di Salute Mentale dedicata all’inserimento lavorativo che, in sinergia con i servizi territoriali, promuove tutti gli interventi funzionali ad un percorso di integrazione lavorativa efficace e personalizzato.
Sono due i job coach della nostra cooperativa coinvolti nel progetto, che avranno il compito di accogliere i candidati e realizzare le attività previste dalla metodologia IPS in sinergia con l’equipe del Centro di Salute Mentale dell’ASL TO3.

IL METODO IPS: otto principi per garantire un efficace inserimento lavorativo alle persone affette da disturbi mentali

Diversi studi hanno rilevato che il metodo IPS è più efficace, rispetto ad atre pratiche utilizzate nello stesso ambito, per quanto riguarda i risultati lavorativi.
Il 55% degli utenti IPS, infatti, ottiene un impiego competitivo contro il 23% degli utenti di altri progetti. Inoltre, gli utenti seguiti con il metodo IPS trovano lavoro più in fretta, lavorano per un numero maggiore di ore (Bond et al., 2012a) e percepiscono un salario più alto rispetto agli utenti seguiti con altri programmi (Kinoshita et al., 2013; Marshall et all., 2014).
Due studi di follow-up a lungo termine hanno inoltre suggerito che oltre la metà di coloro che sono stati coinvolti in interventi basati sull’IPS sono diventati lavoratori stabili, impiegati almeno il 50% del tempo in un periodo di 10 anni dopo l’iscrizione all’IPS (Campbell, k., Bond, G.R., Drake, R.E., 2009).

L’IPS si è dimostrato efficace nel supportare persone con patologie mentali maggiori che abbiano manifestato il desiderio di lavorare, indipendentemente dalla gravità della diagnosi, dal livello di istruzione, dal retroterra socio-culturale, etnico e della storia lavorativa, secondo il principio della zero exclusion (Campbell et al., 2011).
Alcuni ricercatori hanno pubblicato uno studio controllato randomizzato valutando l’applicazione dell’IPS in sei Stati appartenenti all’UE, tra cui l’Italia. Lo studio dimostra come l’approccio IPS si sia dimostrato più efficace dei servizi professionali, con una percentuale del 55% di pazienti assegnati a IPS che lavoravano per almeno 1 giorno rispetto al 28% dei pazienti assegnati ai servizi professionali.
Dopo 18 mesi, i soggetti assegnati all’IPS hanno mostrato maggiori risultati positivi in termini professionali e maggior compliance al servizio, con una percentuale inferiore al gruppo di controllo per quanto concerne i ricoveri (dropout 45% vs 13%).

Da questa esperienza nasce l’Associazione nazionale IPSilon che utilizza e diffonde l’IPS in Italia.

Il metodo IPS è basato su 8 principi che ne garantiscono la massima efficacia in termini di ottenimento e di mantenimento di un’occupazione:

  1. Obiettivo: ottenimento di un lavoro competitivo, integrato nella comunità di appartenenza.
  2. Sostegno integrato con il trattamento del disturbo mentale: in collaborazione con l’équipe socio-sanitaria.
  3. Zero Exclusion: ogni persona che voglia lavorare è idonea, indipendentemente dalla diagnosi psichiatrica, dai sintomi, dalla storia lavorativa, con un’unica condizione, la volontà di avere un impiego (motivazione al lavoro), secondo i principi delle Pari opportunità e non discriminazione.
  4. Partire dalle preferenze della persona riguardo al tipo di lavoro che si cerca, al tempo e alla natura del supporto richiesto all’operatore IPS e all’équipe clinica.
  5. Consulenza sulle opportunità economiche per ottenere e mantenere i benefici sociali ed economici (in collaborazione con gli assistenti sociali del DISM).
  6. Rapida ricerca del lavoro: non sono previsti tirocini; corsi di formazione, laboratori protetti.
  7. Lavoro sistematico di sviluppo professionale: relazioni con le risorse del territorio.
  8. Sostegno a tempo illimitato: la durata del sostegno è valutata in base alle richieste e necessità della persona.

 

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