IPS: UN METODO IN SINTONIA CON UN CERTO MODO DI LAVORARE DELLA COOPERATIVA

Perché una cooperativa come il Margine decide di partecipare a un progetto sperimentale nell’ambito dell’inserimento lavorativo? Quali evidenze del metodo IPS dimostrano una certa continuità con il modo di lavorare cooperativo?
Ne parliamo con Tamara Pollo, vicepresidente della cooperativa e presidente del consorzio SELF, coinvolto nella promozione e realizzazione del progetto.

INSERIMENTO LAVORATIVO E BENESSERE DELLA PERSONA

Il Margine sottolinea l’importanza che ciascuno – soci, operatori, utenti – possiede, lavorando alla realizzazione di azioni concrete sulla base di valori come la solidarietà, la giustizia e le pari opportunità, il rispetto della dignità, la tolleranza, il rispetto della diversità, il rispetto della soggettività, l’integrazione, la mutualità.
Rivolgendo una particolare attenzione ai processi legati all’inserimento nel mondo del lavoro, nella sua lunga storia di cooperativa di servizi alla persona ha sviluppato e offerto competenze e risorse finalizzate a rimuovere le barriere che limiterebbero di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini anche per coloro che, per motivi e svantaggi diversi, sono spesso dimenticati ai margini della società.
Alla base di una richiesta di inserimento all’interno del mondo del lavoro, che provenga dall’utenza, dagli operatori o dai familiari, vi è una forma importante di “attivazione” degli aspetti vitali della persona, all’interno dei quali è possibile scorgere un segnale di innesco di un processo di recovery, che deve essere sostenuto e appoggiato.

 

Il Margine si muove in questo senso con l’intento di fungere da antenna, predisposta a captare la domanda per tradurla nei vari percorsi realmente possibili, attraverso una presa in carico specifica e l’uso di strumenti adeguati.
Gli operatori che prestano il loro lavoro all’interno della cooperativa, si impegnano con dedizione a tenere vivi i valori su cui essa è stata fondata, rendendo più efficiente il loro lavoro attraverso costanti aggiornamenti e percorsi di formazione, utili al miglioramento delle metodologie d’intervento. Negli anni, infatti, la cooperativa non solo si è occupata di salute mentale con l’obiettivo di supportare gli utenti ad andare oltre la malattia, ma si è sempre confrontata, attraverso la ricerca, con le tecniche di riabilitazione occupazionale evidence based, usando le linee guida scientifiche come uno strumento di forza e miglioramento.

 

Proprio grazie a questa continua formazione e alla necessità di attuare interventi sempre più scientificamente validati e strutturati, nel 2018 Il Margine, si è affacciata al mondo dell’Individual Placement and Support (IPS), una tipologia d’intervento supported employment che rispecchia molto i valori, i principi e il modello di lavoro utilizzato negli anni nel servizio di Centro di valutazione occupazionale e supporto agli inserimenti lavorativi presso il DISM dell’ASL TO 3.

Essere stati selezionati dalla Regione per accedere ad un contributo economico tramite il bando Progetti Speciali per l’inclusione socio-lavorativa di persone con disabilità per realizzare la sperimentazione con un progetto cofinanziato in parte dal DISM e coordinato dal consorzio SELF ci permette di raggiungere un obiettivo importante per lo sviluppo dei nostri progetti di politica attiva del lavoro per persone vulnerabili.

FILOSOFIA DEL METODO IPS

La filosofia del metodo IPS si basa sull’idea che tutti i soggetti con disabilità siano in grado di ottenere un lavoro all’interno del proprio contesto sociale di appartenenza.
L’approccio di fondo è quello del “place and train”: prima si supporta la persona nel posizionarsi, in tempi rapidi, in una postazione lavorativa e poi le si fornisce il sostegno e la formazione per poter mantenere in modo adeguato quel tipo di professione.

Gli operatori IPS creano un’alleanza operativa con la persona, considerata soggetto attivo nel processo, e la sostengono nel raggiungimento degli obiettivi rispettando l’autodeterminazione, sostenendo la motivazione e facilitando processi di empowerment, sia in fase di ricerca attiva del lavoro sia nel mantenimento dell’impiego, con l’obiettivo di acquisire una maggiore autonomia. Inoltre, si sensibilizza la persona all’applicazione dei principi di sostenibilità nel lavoro, all’utilizzo di buone prassi comportamentali e culturali per una vita di qualità in favore di una comunità solidale e di uno sviluppo equo e sostenibile.
La metodologia IPS, quindi, si propone come rivoluzione copernicana dell’approccio all’inserimento lavorativo del paziente psichiatrico che non viene più visto in termini di “paziente” portatore di una sofferenza, ma come libero cittadino portatore di qualità e risorse.

Il presupposto è quello di attivare un Percorso Riabilitativo orientato alla Recovery, basato sulle evidenze, che prevede di identificare nel disturbo psichiatrico non già una condizione degenerativa che porta verso una sempre più alta richiesta di assistenza, ma una situazione dinamica all’interno della quale la variazione di alcune condizioni può essere volano per un importante miglioramento della propria vita.
In questa cornice, l’individuo è beneficiario di una consulenza, con la rinuncia a un modello asimmetrico di presa in carico. Il soggetto, cioè, diventa il protagonista dell’intervento, sia in termini di target, sia come reale decisore dell’eventualità e della modalità di ricerca del lavoro.

PUNTI DI FORZA NELLA COLLABORAZIONE CON I SERVIZI TERRITORIALI

Per la cooperativa, la collaborazione con i servizi territoriali ha sempre rappresentato alcuni importanti punti di forza.
E proprio grazie alla capacità di cooperazione con gli enti territoriali, il progetto promosso dall’ATS risulta avere un valore aggiunto rispetto ai percorsi IPS diffusi nelle altre regioni italiane: la collaborazione con i Centri per l’Impiego territoriali, quindi con Agenzia Piemonte Lavoro, e con il Dipartimento di Salute Mentale, rappresenta una maggiore opportunità di riuscita della sperimentazione oltre che la possibilità di sviluppare un modello di intervento maggiormente integrato.
Un elemento importantissimo da mettere in luce in tal senso è che il consorzio SELF, in qualità di capofila dell’ATS, ha presentato il progetto al bando regionale condividendo l’esperienza maturata dalla cooperativa per lavorare in rete e con l’ATS Inforcoop ECIPA, cooperativa Anteo e CSM ASL Biella per realizzare un progetto analogo e parallelo (anch’esso dunque selezionato dal bando regionale). Attraverso il coordinamento con l’altra ATS si vuole gettare le basi per una diffusione futura del modello a livello regionale, in un’ottica di replicabilità del progetto, per permettere quindi a tutti gli utenti della regione di usufruire di un supporto all’approccio al mondo del lavoro strutturato e validato.

 

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